6 Luglio 2014

La ragazza del 6E di A.R. Torre

Pubblicato in WOR(L)DS LIBRI

La ragazza del 6E di A.R. Torre è un thriller che non si risparmia e che esplode tra le mani del lettore, come una mina vagante. Una lettura forte, che aiuta a ragionare sulle difficoltà dei giovani. 

La ragazza del 6E di A.R. Torre

Vietato ai minori di 18 anni. Così potrebbe iniziare la mia recensione di questo romanzo di A.R. Torre. Sin dalle prime pagine lascia presagire duri colpi allo stomaco. L’appartamento del sesto piano (interno E) è blindato. Nessuno entra e nessuno esce. Deanna è il suo vero nome, ma si fa chiamare Jessica Beth Reilly dai suoi clienti che, per 6,99 $ al minuto, cercano dalla sua webcam ciò che non riescono ad avere dalla vita reale. Internet ti può dare tutto (o quasi). Di sicuro ti tiene al sicuro da occhi indiscreti e dal giudizio della gente.

Da quando il passato le si è sgretolato tra le mani, Deanna non può uscire. Non può incontrare nessuno. Il suo istinto omicida può emergere da un momento all’altro e, per evitarlo, si è rintanata qui, in questo fetido ed anonimo appartamento. Il suo isolamento è voluto e, sebbene la curiosità di godersi la vita come una persona normale sia tanta, preferisce torturarsi con questa prigionia digitale che la aiuta a non pensare troppo al resto.

La speranza è pericolosa. È come un filo che spunta fuori dalla trama dell’irrazionalità. Se lo tiri, tutto si disfa”

Luci studiate ad hoc e chat sempre attiva per guadagnare dei soldi che non avrà modo di spendere. Ma pare sia questa l’unica via per distrarsi. Una sorta di palcoscenico virtuale nel quale si può essere qualcun altro e dimenticare, anche solo per una manciata di minuti, tutti i nostri problemi. Deanna si fa recapitare tutto a casa ed apre la porta, con timore e circospezione, solo per ritirare i pacchi che il corriere ha imparato a lasciare sul pianerottolo o per lasciare il sacco dell’immondizia che Jeremy, un vicino di casa conosciuto solo tramite lo spioncino, si è offerto di portare via, senza chiedere nulla.
 

Uno spioncino rende un’immagine distorta del mondo

Perché Deanna pensa di rappresentare una minaccia verso il prossimo a tal punto da sentire la necessità di tenersi alla larga da tutti? Cosa nasconde il suo passato di così terribile da non poter essere svelato? Vietato ai minori di 18 anni? No, mi sbagliavo. La sua solitudine e quel senso di profonda inadeguatezza fa parte di una mentalità ormai diffusa, soprattutto tra i giovani. Spesso nel web si trovano degli svaghi, giochi inutili che danno un’effimera sensazione di temporaneo benessere.

Ma l’insicurezza nasce da dentro e nessuna chat o social network possono sanarla. Talvolta questa antropofobia, questo aver paura della gente, porta all’isolamento. Ma, come per Deanna, lo stare chiusi in casa, senza poter condividere le proprie paure con nessuno, può destare degli istinti pericolosi per sé stessi (con pensieri suicidi) o nei confronti degli altri, con il desiderio di uccidere, solo per il gusto di vedere soffrire l’altro, cercando, in questo modo, di placare la propria sofferenza interiore.

Forse le stelle sarebbero d’aiuto, di notte. […] A letto spalanco gli occhi sul soffitto a volta e vorrei poterci fare un buco, un lucernario sul mondo

Deanna ha 21 anni e la mente offuscata dal dolore, in quanto vittima e carnefice al tempo stesso. Lascia sempre la porta aperta, senza chiuderla mai a chiave. Questo significa che la sua voglia di uscire (o di far entrare qualcuno) è tangibile. Troverà la forza di reagire (e di uscire) grazie alla piccola Annie. La sua missione varrà molto di più di quella diffidenza e paura della gente che l’ha portata a chiudere i contatti con il mondo esterno. Sarà una lotta contro sé stessa e contro quei demoni che le devastano l’anima.

Mi concedo un breve momento di lacrime. Lacrime per l’occasione mancata, per la vita che mi perdo fuori da queste mura

L'autrice: A.R. Torre

L’autrice: A.R. Torre

La ragazza del 6E di A.R. Torre è un tremendo e agghiacciante monito nei confronti di una società che naviga molto ma comunica poco attraverso attraverso il cuore. Una società ormai stanca di tutto, che racchiude tutto nel palmo delle proprie mani ma si lascia sfuggire quel “tutto” come sabbia tra le dita.
 
Spesso diventa difficile scindere la vita reale da quella virtuale, a tal punto che quest’ultima prevale su tutto il resto (come succede anche in questo libro). Siamo soli senza uno sguardo, senza un abbraccio, senza un confronto. Il non poter condividere con nessuno i propri sentimenti e le proprie paure porta certamente ad alterare la realtà e a vedere tutto come una minaccia. Andrebbe sempre usato il buon senso, altrimenti ci si autodistrugge, perdendo il senso reale delle cose. Tutti dovremmo imparare a stare bene con noi stessi (anche in solitudine) ma a volte, come per la protagonista del romanzo, diventa quasi una patologia, una paura di approcciarsi all’altro. 
 
Un romanzo forte, crudo, quello di A.R. Torre, che ci porta a riflettere sulle perversioni dell’animo umano e a sperare di riuscire a premere il pulsante “OFF” del computer e di aprire quella porta lasciando entrare aria, luce e tutto il buono che ancora esiste; affinché quei nostri sogni nascosti possano emergere e divenire realtà, anziché venire buttati in un sacco nero della spazzatura, prima ancora di averci provato.
 

Solitudine. Può essere definita come “la tristezza di non avere amici o un compagno”. Oppure “la tendenza a stare da soli e isolati dagli altri”. Ma possiamo essere soli in un mondo di relazioni virtuali?” (tratto da “LONELINESS IN A CONTEMPORARY WORLD” documento inedito di A.R. Torre)

 
 

Alessandra Voto

© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata 

  1. Jerry ha detto:

    Ciao Ale! Ma che bella recensione!!! Questo romanzo mi ispira un sacco e lo trovo anche molto attuale, certo tratta tematiche molto forti, che danno i brividi se si pensa anche a quanti oggi tramite internet si creano una realtà parallela…

  2. L'angolino di Ale ha detto:

    Ciao Filippo, non ho ancora letto il Libro 3 di 1Q84 (lo farò presto) ma le tematiche del disagio giovanile sono sicuramente presenti anche qui, sebbene sotto una veste differente.

  3. Filippo ha detto:

    L’idea della reclusione in casa mi rimanda alla Aomame di Murakami nella parte conclusiva di 1Q84, ovviamente con le dovute differenze. Tematica delicata, ma interessante. Ciao Ale

  4. newwhitebear ha detto:

    Interessante la tua proposta di lettura. La terrò presente.

  5. mairitombako ha detto:

    grazie per la proposta….
    serena serata con affetto…

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