La setta dei giovani vecchi di Luca Rachetta
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRIBuongiorno a tutti! Ho deciso di chiudere l’anno (qui sul blog!) con la recensione di uno degli autori più interessanti di questo 2013: Luca Rachetta. Ricorderete sicuramente la mia recensione del suo romanzo “Le oscure presenze” un libro ben scritto e coinvolgente. Riconfermo la mia opinione anche in questa lettura: tematiche attuali e narrazione ironica e brillante. Buona lettura e buon fine anno a tutti voi!Nella cittadina di Castel Chimerico vive il quarantaduenne Giovanni Eufemi, precario della professione, della politica e dell’amore. I suoi più cari amici, tutti coetanei, vivono anch’essi una condizione di instabilità esistenziale, venata di vittimismo e di malcelata rassegnazione. Un giorno tuttavia la vita di Giovanni Eufemi sembra essere giunta a una svolta, dopo la quale probabilmente nulla sarà più come prima. E in effetti così sarà, ma non esattamente come si aspettava… E alla setta dei giovani vecchi non rimarrà che riunirsi per l’ultima volta, per l’ultima, terribile “cospirazione” di protesta contro la società.
Fino a non molto tempo fa, quando si pensava ai giovani si pensava sempre a ragazzini scapestrati nel pieno della loro vita e delle energie, con una ricchezza di progetti e di vitalità da fare invidia a chiunque. Oggigiorno non è proprio esattamente così: a causa di tanti fattori, l’ingresso nel mondo “adulto” viene faticosamente rimandato. Il protagonista di questo romanzo, Giovanni Eufemi, si ritrova, a quarantadue anni suonati, a dover fare i conti con una vita quasi interamente da costruire. Giovanni è un insegnante precario, come tanti altri, che si affida al destino delle graduatorie per potersi aggiudicare la cattedra tanto sudata e sognata. Ma il posto fisso è un miraggio e Giovanni cerca conforto nel suo giro di amicizie e nel gruppo di politica cittadina al quale appartiene. Giovanni è alla ricerca di sicurezze ed è desideroso di nuove esperienze che possano aiutarlo nel lungo processo di realizzazione personale. La sua cerchia di amici non è messa meglio: chi desidera insegnare, chi vuole affermarsi come scrittore; ciascuno di loro si sente insoddisfatto della propria posizione e socialmente escluso a causa di quel posto a tempo indeterminato che oggi si chiama utopia. Giovanni & company sbeffeggiano quelle teste ormai ingrigite di chi, nonostante la veneranda età, pensa di non dover lasciare il proprio posto ad aspiranti nuove leve desiderose di un futuro migliore.
” […] avevano avuto il coraggio di affiancarli nell’impari lotta, per rivendicare il diritto della loro generazione di fare esperienza nel vero senso della parola […]”
La vita di Giovanni e dei suoi amici è contornata da un’aura di incertezza. Tutti loro sono ricchi di ambizioni, nuove idee, fresche e non stantie. Con un’umiltà ormai accantonata e sovrastata dalla disperazione e dallo sconforto, cercano di lottare con tutte le proprie forze per non lasciarsi avvilire da chi li vuole tenere in “standby” in attesa del momento giusto per abdicare.
“[…] le richieste dei giovani sarebbero state accolte con gradualità e nei giusti tempi. «I giusti tempi?» esplose Giovanni, uno che evidentemente si era proprio stancato di aspettare la vita in tutte le sue manifestazioni”
Il conflitto generazionale è inevitabile ed il conflitto sarà aspro tra i giovani ed i cosiddetti “matusa”. Giovanni e i suoi lotteranno fino all’ultimo respiro per riacquistare quella dignità perduta e guadagnarsi quella stabilità sognata di notte.
“Evidentemente il rinnovamento doveva procedere per gradi, limando un paio di mesi alla volta. «Certo» pensò Luca Mirante «di questo passo il mio ingresso nell’alta società letteraria coinciderà con il mio pensionamento […]”
I “giovani” si sentono tutti con l’acqua alla gola, vogliono reagire, ma le forze sono deboli e contrastate dalla triste consolazione di una vita inconcludente. Sanno di non poter vivere in perenne attesa che si presenti l’occasione giusta ma, dall’altra parte, hanno le mani legate e non sarà facile per loro protestare contro la società cercando di conquistarsi un posto “da seduti”.
La voce narrante conduce il gioco raccontando scherzosamente le disavventure di Giovanni e la sua “giovane” compagnia, rivolgendosi spesso direttamente al lettore, creando quindi un legame confidenziale con chi legge.
La scelta di un titolo ricco di significato come “La setta dei giovani vecchi” è segno di un’ottima padronanza del linguaggio in tutte le sue forme. Un titolo che nasconde una figura retorica (i “giovani vecchi”) , un ossimoro ricco di significato. Due termini opposti accostati per sottolineare il binomio giovani e vecchi, novità e tradizione. Questa scelta rispecchia la preparazione di Rachetta e rappresenta probabilmente una “contaminazione” dal mondo dell’insegnamento, al quale l’autore appartiene, essendo un insegnante di Scuola Secondaria.
Originale anche la scelta dei nomi: ciascun personaggio è sempre ben rappresentato da un nome o soprannome particolare, a volte bizzarro e stravagante, esattamente come il carattere del personaggio in questione. Ed ecco che incontriamo l’Anguillone, il Monacone, e tanti altri. L’autore rispetta il temperamento di ciascun protagonista condensandolo in un nome formidabilmente calzante.
Questo romanzo, nonostante la sua brevità, denota un’importante ricerca stilistica dell’autore nonché un’analisi di tematiche assolutamente contemporanee e moderne. La necessità per i “giovani” di crearsi un futuro rappresenta un diritto inalienabile e, allo stesso tempo, i “vecchi” devono riconoscere il momento in cui è giusto farsi da parte. Questi ultimi, grazie alla loro esperienza, hanno l’obbligo morale di tramandare ai più giovani le loro conoscenze e di godersi la loro vecchiaia in serenità, facendo in modo che i “giovani” possano entrare a far parte di quel circuito di incombenze (lavorative e non) che li porterà a costruirsi un futuro ed una vita vera. L’esigenza di rinnovamento si percepisce chiara e forte attraverso queste pagine, così come attraverso i quotidiani ed i telegiornali che leggiamo e vediamo tutti i giorni. Ciò che rimane è la speranza di un cambiamento positivo per tutti.
Mi unisco al messaggio lanciato dall’autore nel suo romanzo, per auguravi (o meglio augurarci!) che questo 2014 ci possa veramente portare una ventata di aria fresca e sana. Buon anno a tutti!
© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata
Mi sembra interessante la fascia d’età rappresentata… Mi sento un po’ coinvolta. Lo metterò in coda di lettura. Grazie! Buon Anno!
Buon anno!
Tantissimi Auguri di Buon Anno Con affetto sempre
Interessante, sembra appartenermi e la tua recensione mi fa venire voglia di leggerlo!
Ti auguro un anno lieto e di buone letture!
Tantissimi Auguri di Buon Anno anche a te! :)
Interessante…. Buon anno anche a te, Ale!
Felicissimo 2014! E complimenti per la recensioni: mi hai incuriosito tantissimo!
Ciao Ale, anche a te un felice 2014.. con sincera amicizia Pif