Generazione di perplessi di Roberto Saporito
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRIUna errata percezione di se stessi, degli altri e del tempo ci porta a vivere in una realtà astratta, nella quale tutto è concesso. Perplessità, dubbi, rancori si mescolano con l’artificio delle apparenze. È questo lo scenario nel quale si collocano i racconti di Generazione di perplessi di Roberto Saporito (Edizioni della Sera), un libro moderno e quanto mai attuale.
I personaggi talvolta parlano in prima persona ed altre volte si affidano ad una voce narrante per raccontare il proprio disagio. Perché di questo si tratta: di disagio. Quel sentimento di malessere ed insoddisfazione che ti porta a compiere azioni impensabili. Tutti loro risolvono (o credono di risolvere) i loro piccoli o grandi drammi esistenziali sfogando la loro rabbia nei confronti degli altri. Vivono tutto in un equilibrio precario: chi per questioni di soldi, chi per problemi di cuore o per mancanza di lavoro, chi per mancanza di stimoli o per apatia.
“Ho smesso di pensare alla vita e mi sono lasciato vivere spinto come un carrello della spesa“
La sensazione che incombe è quella del dover rinunciare a tutto: i propri spazi, le proprie cose, la propria integrità. Il flusso di pensiero dei personaggi è altalenante: si passa da momenti di estrema lucidità ad attimi di buio totale.
A quattro anni dalla sua prima pubblicazione, Generazione di perplessi di Roberto Saporito rappresenta una descrizione della realtà attuale; basti pensare ai fatti di cronaca che quotidianamente invadono i TG.
“Come si fa a sparire, mi chiedevo. Succedeva tutti i giorni, ma quello che capita agli altri, quello che leggi sui giornali, quello che vedi alla televisione, ti accorgi che non è la realtà finché non capita a te“
Una disperata ricerca di identità
Il desiderio di uccidere sovrasta ogni cosa. Come se seppellire il proprio dolore sotto altro dolore (quello dell’altro) servisse a qualcosa. Ma purtroppo non c’è liberazione nel procurare la morte. Si ottiene solo altra morte. La propria. Lo stesso personaggio è quindi vittima e carnefice al tempo stesso. Si sente colpevole e invincibile, combattuto tra il desiderio di scappare e quello di rimanere, sperando in un cambiamento.
“Cosa si prova ad uccidere qualcuno? Ci penso pochi secondi, mentre con passo calmo ritorno verso via Po: niente di particolare, è la semplice risposta“
In tutti i racconti vi è una disperata ricerca della propria identità: c’è la voglia di libertà contrastata dall’impressione di perdere tempo prezioso nella propria vita.
L’autore si (e ci) pone davanti ad un interrogativo: forse viviamo nell’era dell’incoscienza? Dove tutto è concesso. Dove non ci sono limiti di età o confini geografici. Dove la morte fa parte della vita, ma questa morte è “malata”, è violenza, indotta, liberatoria. Si parla di “generazione” ma, in realtà, si intuisce che i protagonisti abbiano età diverse l’uno dall’altro. Ciò sta a significare che non è una questione anagrafica, bensì un “malessere” che può colpire chiunque.
“Lui pensava che se non avesse pensato , forse, avrebbe cominciato a vivere meglio. Lui pensava e quindi si smentiva immediatamente, che se non pensava, forse, era come smettere di vivere. Lui pensava, e non riusciva proprio a farne a meno, che se non pensava, forse, era come darla vinta“
Odio e solitudine: di chi è la colpa?
Attraverso uno stile sfuggente e diretto, Roberto Saporito presenta diciannove racconti brevi, ma carichi di odio, amarezza, solitudine.
A chi dobbiamo attribuire la responsabilità di tutto questo? È forse colpa della società? Dei genitori? Dell’ignoranza? È colpa di tutti e di nessuno.
Ciascun personaggio è caratterizzato da ombre sull’anima ed sono destinati tutti alla perdizione, senza un’apparente via di scampo. Ma probabilmente, a ben vedere, c’è una luce in fondo al tunnel ed è rappresentata da gesti e pensieri rapidi, fulminei come un coltello che trafigge la carne o uno sparo che rompe il silenzio.
Sparare, tuttavia, non è la soluzione per attutire la propria stanchezza nei confronti di un mondo che corre senza rendersi conto che le persone non sono fatte solo di lavoro e rinunce ma semplicemente di carne ed ossa. Da questi racconti emerge la tristezza del sentirsi perdenti, la depressione del vedere la propria vita offuscata dalla nebbia della crudele indifferenza.
“Ma quand’è che il futuro è passato dall’essere una promessa ad essere una minaccia?” (Chuck Palahniuk)
Generazione di perplessi di Roberto Saporito è una raccolta di brevi racconti, con tanti interrogativi. L’essere umano riuscirà mai ad avere la capacità di affrontare i problemi in maniera diversa riappropriandoci dei contorni della nostra esistenza? Raggiungeremo mai la maturità necessaria per un approccio più sano nei confronti dell’altro?
© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata
Ciao Ale :) La tua recensione è come sempre molto dettagliata: emerge chiaramente il malessere che trasuda da questi racconti. Mi piace moltissimo la frase: Lui pensava che se non avesse pensato… perché rende perfettamente l’idea di cosa accade quando la mente prende il sopravvento e ci rende suoi schiavi
Un bacione
L’ha ribloggato su "Il caso editoriale dell'anno", il lit-blog di Roberto Saporito.