Equazione di un amore di Simona Sparaco
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRISe tutte le nostre relazioni potessero basarsi su delle regole matematiche, certamente queste ultime sarebbero ancora più enigmatiche di quanto non lo siano già. Eppure, per quanto possano essere oscure ed incomprensibili, quelle formule matematiche sono dannatamente affascinanti. E, si sa, noi essere umani siamo terribilmente attratti dal mistero. In Equazione di un amore di Simona Sparaco (Giunti), come in ogni equazione che si rispetti, sono presenti varie incognite. Ciascuna di loro ha un ruolo preciso e si relaziona all’altra con consuetudine ed una buona dose di complessità: Lea, Vittorio, Giacomo, Singapore, Roma.
Singapore è perfetta, come quella formula matematica: tutto scorre ordinatamente, tutto è asetticamente terso, brillante, moderno. Forse troppo per i gusti di Lea, lei che è così attaccata alla genuina semplicità dell’Italia. Al contrario suo marito Vittorio, avvocato di successo distratto dalle sue mille ambizioni, sembra essersi del tutto immerso in questa realtà psichedelica. Sono alla ricerca di un figlio che purtroppo tarda ad arrivare.
Fare progetti in un contesto di frenesia diventa difficile ma estremamente vitale. Non si vive senza una bozza di ciò che vorremmo si realizzasse nel nostro futuro prossimo. D’altro canto tentare di incanalare i propri desideri in programma specifico non è mai saggio. Ci vuole qualcuno che sappia prenderti per mano, accompagnandoti sulla strada giusta.
La felicità è avere le mani sudate, il cuore che invade ogni spazio del corpo e un sapore di metallo in bocca.
Nella vita di Lea riemerge un incontro lontano, che risale ai tempi della scuola: si chiama Giacomo. Un rapporto altalenante e fragile; una relazione contraddittoria ed incerta.
Lea è combattuta tra il suo romanzo in attesa di un editore ed un desiderio di maternità inappagato. Attende disperatamente una nascita (o una ri-nascita) che possa condurla all’essenza di se stessa; un appiglio al quale aggrapparsi per non naufragare nel binomio ricordi-sofferenza.
Tra malinconia e tensione
Equazione di un amore trasmette un leggero senso di malinconia e di tensione. C’è un dolore di fondo che attanaglia Lea ed il lettore. Quest’ultimo talvolta è disorientato, come se si trovasse solo, in una grande città sconosciuta. Tuttavia la spinta verso la felicità è forte a tal punto da voler rischiare di pagare il prezzo più alto. Bisogna sempre rinunciare a qualcosa per ottenere qualcos’altro. Bisogna solo capire quale elemento sia davvero essenziale per il proprio percorso di vita.
Ci sono amori che aprono spazi e altri che quegli spazi li riempiono. Amori che spalancano finestre, facendo entrare il vento, la pioggia, la nece; e altri che si preoccupano solo di proteggere, di tenere al riparo dalle intemperie.
Ci sono princìpi che presuppongono la non separabilità di due particelle. Se questi elementi sono destinati a stare insieme, l’energia sarà talmente forte da vincere sopra ogni cosa. Ma nella vita reale la matematica non basta. Le equazioni della vita sono imprevedibili.
Quell’umano bisogno di amore
C’è un tempo per ogni cosa, c’è un altrove nel quale quel desiderio può prendere forma. Basta crederci. Forse il giusto approccio è quello di abbandonare le restrizioni rigorose della logica, lasciando scorrere le cose senza necessariamente tentare di dargli una forma precisa, senza pericolose ostinazioni che trasformano un desiderio in un traguardo preconfezionato.
Una cosa è certa: la soluzione di questa equazione soddisferà sicuramente quell’umano bisogno di amore che ci accomuna.
Il destino è una planimetria di scelte. Può capitare che siano quelle meno meditate e sofferte, o quelle fatte per errore, le più determinanti.
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