Stare al tempo presente di Matteo Mannucci
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRINella vita nulla (o quasi) è prevedibile e questa mancanza di certezze spesso ci fa vacillare. La monotonia di gesti sempre uguali, di impegni logoranti, può farti perdere il centro di te stesso. Ma è proprio in quel momento che prevale la forza della natura, quella che ci circonda e quella dentro di noi.
Questo è Stare al tempo presente di Matteo Mannucci. Un diario di riscoperta, un tornare a considerare la mente come un’estensione di ciò che siamo e non solo ciò che la società ci impone di essere. Tutto è affidato alla bellezza di 84 haiku (un haiku è un componimento poetico nato in Giappone nel diciassettesimo secolo, caratterizzato da una struttura unica: tre versi di diciassette more (sillabe) in totale).
A volte la quotidianità diventa un groviglio di pensieri nel quale si resta facilmente “ingarbugliati”. Quando ci si sente “stretti” nella propria stessa pelle, “not comfortable” direbbero gli anglosassoni, è necessario riscoprirsi (scoprire se stessi nel profondo) e tornare a desiderare e apprezzare i doni che già tratteniamo nelle nostre mani. Il tempo presente è una certezza, tutto il resto è un ricordo o un enorme punto di domanda.
Le stagioni
La ricerca di un’identità passa anche attraverso le stagioni; quell’alternanza di condizioni atmosferiche, di caldo e freddo, di buio e luce che è ben definita nel corso dell’anno. Quattro periodi diversi, ciascuno legato all’altro, ciascuno è il divenire del momento successivo. Lo stesso vale per la nostra vita, così profondamente legata alle stagioni, meteorologiche e non. L’anno solare inizia con l’inverno, così come Stare al tempo presente.
L’inverno: la stagione in cui tutto sembra dormire, nella quale le ombre sono lunghe e gelide e il buio circonda ogni cosa, per cercare la vita bisogna andare in profondità: laddove il seme è già realtà. Arriva poi la primavera a plasmare quel seme, a renderlo visibile a tutti, dandogli una forma. L’estate lo debilita e fortifica al tempo stesso, rendendolo pieno e sufficientemente robusto per affrontare l’autunno. In quel momento un giorno felice sembra trasformarsi in un periodo malinconico. È solo una morte apparente, perché è semplicemente la fine e l’inizio di un nuovo ciclo. Tornerà l’inverno, ma nulla sarà più uguale.
“Nuove radici
che non puoi vedere
disegnano te”
Seppur invisibile, vi è sempre un filo, una relazione, che lega le stagioni. Lo stesso filo lega tutti i nostri passi.
Viviamo con la testa ovattata di informazioni, di urgenza, di impazienza. Tutto questo frastuono ci logora dentro, ci consuma. Fino a quando arriva qualcosa a scuoterci: un evento, un rumore improvviso. Spezza la monotonia di un ritmo che si ripete senza sforzo.
Lo sforzo sopraggiunge proprio in quel momento, quando dobbiamo fare i conti con noi stessi.
Un viaggio intimo verso il nucleo dell’essere
Stare al tempo presente è un viaggio: rappresenta la (ri)scoperta del proprio io più profondo, quello che spesso fa fatica ad emergere, per paura dell’ignoto o timore di un giudizio. Come per ogni viaggio, anche qui, troviamo una partenza, che è il preludio di tutto.
Sfogli le pagine, ritrovandoti tra di esse, ritrovando te stesso in ogni haiku, in ogni singola parola. È un invito alla riflessione, un tornare a mettere il focus su noi stessi, sull’attimo che stiamo vivendo.
Un vocabolario per lo spirito
Stare al tempo presente non è un libro, bensì un vocabolario per lo spirito, dal quale estrapolare le parole giuste per ristabilire una connessione con noi stessi. Non quella connessione che oggi non ci abbandona mai e che ci permette di essere in contatto con il mondo, ma una connessione più profonda, più intima, più riservata.
Dell’auore, Matteo Mannucci, mi ha colpito il suo dualismo: da una parte web designer e dall’altra poeta. Due realtà apparentemente distanti, che vanno a intersecarsi nell’arte. Quella stessa arte che ritroviamo tra le pagine del libro e che emerge prepotentemente con sfumature e colori decisi.
Quelle illustrazioni, create dallo stesso autore, disegnano una linea invisibile, un contrasto con la delicatezza degli haiku. Il lettore, voltando pagina, rimane folgorato dallo stacco cromatico, che ti risveglia, ti desta dalla gentilezza dei componimenti.
Così come un vocabolario, questo libro può acquisire una doppia valenza: una lettura di riflessione o un testo di suggerimenti, da tenere a portata di mano per poterlo aprire, in una pagina qualsiasi, in un momento in cui necessitiamo di un segno. Un haiku o semplicemente una parola, ci aiuteranno a riconnetterci con il nostro intuito e il momento che stiamo vivendo.
Il tempo presente è (l’unica) certezza
Spesso finiamo con il rimanere ancorati al passato o proiettati nel futuro. È tremendamente difficile riuscire a vivere appieno il momento presente. Solo un rumore o una turbolenza possono destarci dal nostro torpore e riportarci con i piedi (e la mente) nel tempo attuale.
In questo cammino di “risveglio” si impara a prendere in mano la nostra vita e plasmarla secondo il nostro volere, in base agli strumenti in nostro possesso nel qui e ora. Solo quella consapevolezza, quell’attitudine mindful, ci restituirà il valore di ogni cosa, ma è un percorso lento, come quel “girotondo” che è l’alternarsi delle stagioni.
Tornare a respirare
Stare al tempo presente di Matteo Mannucci (acquistabile anche in un prezioso cofanetto in esclusiva sul sito ufficiale) è un “tornare a respirare” dopo un periodo di immersione. Il tempo è una risorsa preziosissima, che non va mai sprecata e questa raccolta di haiku ci permette di auto-incoraggiarci a muovere (e smuovere) quella parte di noi che tentenna davanti all’agire. Il tempo presente non ritorna indietro, non ci offre seconde opportunità. Forse lo farà nel tempo futuro, ma non possiamo saperlo.
Quindi cosa ci rimane? La certezza di essere qui, in questo istante, facendo nostro il rischio, imparando ad osare e a lottare, oggi, ora, per raggiungere qualcosa che desideriamo davvero. Dopotutto il tempo presente è tutto ciò che abbiamo.
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