Atonia uterina: questa sconosciuta
La mia esperienza e i miei dubbi per il futuro
Pubblicato in WOR(L)DS Mamme & BimbiIl parto è un momento splendido nella vita di una donna ma è, al contempo, uno dei più difficili. Credo sia una vera e propria prova di coraggio, nella quale il risultato ti cambierà totalmente la vita. Diciamo che, per un motivo o per l’altro, non dimenticherò mai quel 5 agosto 2015.
Quel momento rimarrà per sempre nella tua mente. Avrai ricordi chiari e vividi ed altri nebulosi ed offuscati dalla gioia, dal dolore, dalla paura, da mille sentimenti contrastanti. Non sempre, però, lo si ricorda solo ed esclusivamente come un evento di pura gioia. Talvolta accadono eventi inaspettati che ne opacizzano i contorni, rendendo il tutto un po’ meno idilliaco.
Cosa significa “atonia uterina”?
➙ Prima che mi accadesse in prima persona, non sapevo nemmeno cosa fosse l’atonia uterina. L’ho scoperto direttamente sulla mia pelle. L’atonia uterina (o ipotonia) è una delle complicanze post-partum più importanti a livello di rischi correlati alle emorragie.
Si tratta della mancanza di contrazione della parete uterina subito dopo l’espulsione del feto. In condizioni normali, l’utero, attraverso alle contrazioni, torna progressivamente a ristabilirsi in modo naturale. Quando non lo fa, l’afflusso di sangue non si blocca ed avviene una vera e propria emorragia.In genere si manifesta con più frequenza con i parti gemellari ma non solo (come nel mio caso).
Io ho avuto bisogno di 6 trasfusioni (cinque trasfusioni di sangue ed una di plasma) le quali hanno evitato ulteriori complicanze che mi avrebbero portata a dover subire una isterectomia (asportazione dell’utero). In quei momenti ho benedetto tutti i donatori di sangue! Io stessa in passato ho donato più volte il mio sangue all’Avis e l’ho sempre fatto con gioia, sapendo di fare qualcosa di buono per gli altri. Ora, più che mai, capisco l’importanza di quel gesto semplice ma fondamentale per chi si trova in difficoltà. Se non avessi avuto quelle 6 sacche di sangue sarei, molto probabilmente, morta a causa dell’emorragia.
Condividere è importante
➙ Ho pensato a lungo se raccontare o meno questa vicenda. Poi ho deciso di farlo. Non per me, perché preferirei dimenticare quei momenti. Ma per chi, come me, ha passato (o sta passando) attraverso la stessa esperienza.
✓ Credo sia importante confrontarsi, parlarne. Questo non vuol dire incutere terrore nelle future mamme (tranquille, la maggioranza dei parti avviene in modo assolutamente normale, senza alcun tipo di complicazione!) ma solo informarsi ed essere consapevoli.
➙ Il dubbio amletico è: “Potrò avere altri figli dopo aver avuto un parto con atonia uterina?“. La risposta è sì. È chiaro che ogni caso è a sé ma, se non ci sono problematiche di altro genere e se il quadro clinico è buono, qualsiasi ginecologo ti potrà confermare che non vi è alcun ostacolo nel dare alla luce un’altra vita (con i dovuti accorgimenti e mettendo a conoscenza preventivamente la struttura nella quale si desidera partorire).
Ma (e c’è, ovviamente, un ma) una donna qualche “film mentale” se lo fa inevitabilmente. Ed ecco che iniziano i mille dubbi. La paura è tanta. Nessuno ti potrà mai dare la certezza che tutto ciò non ricapiti di nuovo.
Come dice il mio ginecologo: “La probabilità che ricapiti a te è uguale a quella che possa capitare a qualsiasi altra donna“. Ciò non toglie che l’utero è il mio e so io quanto sia stata male durante e dopo questa vicenda. Come si fa a non farsi domande, a non voler trovare delle risposte, a non essere (anche solo un po’) preoccupata nel voler anche solo pensare ad un’altra gravidanza?
✓ Non so se troverò mai il coraggio di provare a diventare di nuovo mamma ma so che, se succederà, lo farò utilizzando principalmente il cuore e non (solo) l’utero.
➙ Mi piacerebbe confrontarmi con altre donne che hanno avuto il mio stesso problema. Rimango dell’idea che parlare dei problemi possa esorcizzare le paure e permette di chiarirsi le idee.
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