La ragazza delle arance di Jostein Gaarder
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRI
Georg ha 15 anni e conduce una vita tranquilla. Un giorno trova una lettera che suo padre gli aveva scritto prima di morire e che aveva poi nascosto, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre, Jan, racconta la storia di una giovane con un sacchetto di arance incontrata un giorno per caso su un tram e subito persa. Georg si appassiona a questo racconto, che pian piano gli svela ciò che è accaduto prima della sua nascita. La voce del padre lo raggiunge da lontano facendolo riflettere sulla vita.
Da alcuni libri ti aspetti tanto, forse troppo. Il primo impatto con La ragazza delle arance di Jostein Gaarder è stato dunque da grandi aspettative.
Conoscere il protagonista, Georg, e sapere che sta leggendo la lettera di suo padre che ormai non c’è più, crea immediatamente un senso di vicinanza nei suoi confronti. Georg non sa cosa aspettarsi da quei racconti a cuore aperto che il padre ha deciso di lasciargli in eredità. Poco a poco scoprirà che suo padre desiderava lasciargli un diario sul quale ragionare.
Ma ragionare su cosa? Georg si trova spiazzato, non comprende subito il significato di quelle parole. Suo padre gli racconta alcune esperienze e l’incontro con una misteriosa ragazza, incontrata su un tram di Oslo, la quale trasportava un sacchetto ricolmo di grosse arance. Anche il lettore si ritrova spaesato, è come se l’autore avesse voluto nascondere tra le righe un significato più profondo, una filosofia di vita tutta da scoprire.
“Credo che questo sia quello che viene definito un «cambiamento di prospettiva». Forse può anche essere definito un «risveglio». Non è mai troppo tardi per avere un risveglio. Ma molte persone vivono tutta la vita senza rendersi conto di fluttuare nello spazio vuoto.“
In quelle lettere Georg troverà delle riflessioni sulla vita, sul significato del tempo, sulla contemplazione della bellezza e sulla necessità di riscattarsi dal grigiore quotidiano, provando ad interpretare quei segni che ci scorrono accanto tutti i giorni e cercando un proprio scopo nella vita, la quale, di per sé, rappresenta un miracolo.
“Ogni singola persona in questa piazza era come un tesoro vivente, una cassa del tesoro piena di pensieri e ricordi, sogni e nostalgie“
Cogliere il succo della vita
Le tematiche sono importanti, prima fra tutte la necessità di cogliere il succo della vita attimo dopo attimo, secondo dopo secondo, in quanto, come ben sappiamo, i frutti degenerano velocemente ed il tempo a nostra disposizione è come una fermata del tram, veloce e rapida. O sei pronto a salire oppure ti ritrovi con le porte chiuse in faccia. Nulla da togliere quindi alle riflessioni sull’esistenza, le quali non sono mai banali, tuttavia alcune continue ripetizioni rendono inevitabilmente la narrazione lenta e monotona.
I toni ripetitivi e questa nostalgia di fondo danno la sensazione di una storia che non finirà mai, che andrà avanti in eterno. E probabilmente è proprio così. Si tratta di un dolore ciclico, nel quale tutti noi siamo destinati a transitare. Tale nostalgia va affrontata e superata, ma non ci sono regole per farlo. Ciascuno deve cercare e trovare le proprie, in base alla propria personale esperienza e prospettiva.
“Che cos’è questa grande favola nella quale viviamo e che ognuno di noi ha la possibilità di assaporare solo per un breve momento? […] Là fuori, tra le galassie, si trova forse la risposta a cos’è un uomo“
Il linguaggio utilizzato è piuttosto semplice: si tratta di un padre che parla al proprio figlio e, non sapendo se e quando tale lettera verrà letta, utilizza volutamente un tono infantile, semplice.
Le emozioni dei ricordi
Molti hanno definito questo romanzo come un vero e proprio “inno alla vita“. Non nego che l’autore sia riuscito a trasmettere le emozioni dei ricordi, di un padre innamorato della vita che desidera lasciare questa positività al figlio ma, a mio avviso, l’intento non è riuscito fino in fondo. Non ho riscontrato, infatti, quella profondità e quello spessore che mi sarei aspettata da un autore tanto acclamato.
In ultima battuta posso dire che La ragazza delle arance di Jostein Gaarder mi ha colpita, quindi non lo sconsiglio a priori, anzi mi piacerebbe che lo leggessi anche tu, per confrontare i nostri punti di vista, ma devo ammettere che questa lettura non mi ha commossa ed entusiasmata come mi aspettavo. Magari proverò a leggere Il mondo di Sofia, romanzo con il quale l’autore norvegese vinse il Premio Bancarella nel 1995.
“Compresi il motivo per cui ero sempre stato così affascinato dall’universo. Era stato mio padre ad aprirmi gli occhi su quell’orizzonte. Era stato lui ad insegnarmi ad alzare lo sguardo da tutti gli attriti esistenti quaggiù “
© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata
Ciao! I libri di Gaarder li ho letti tutti, è il mio scrittore preferito! Il mondo di sofia lo lessi in prima liceo, e mi aiutò a capire la filosofia, materia che da lì a poco avrei studiato. Ho adorato questo libro che è diventato uno dei miei preferiti. Gaarder ti proietta in queste storie senza tempo e profonde, e al di là del significato e del messaggio che sta dietro questo libro, la semplice storia d’amore è mi ha conquistata.
Ne hanno fatto un film, che però è solo in norvegese…
Mi piace questo autore e ho letto tanti suoi libri, ma questo no. E’ un libro che incrocia spesso la mia strada, forse è ora di leggerlo.
L’ho letto anni fa, carino!
L’ho letto un po’ di anni fa e mi era piaciuto molto! :-)
Devo dire che la tua recensione mi ha incuriosita!
Ciao Ale, non ho letto nulla di questo autore, ma sicuramente lo farò! Sono curiosa di vedere cosa suscita in me :) bacioni
Che bella recensione :)
A me invece il libro era piaciuto molto, a fine lettura ero stata proprio contenta di averlo letto :)
E da un po che è segnato nella mia lista ma non l’ho ancora letto, il tema sembra molto bello :-)
L’ho letto un paio d’anni fa e mi è piaciuto davvero moltissimo!
Ciao cara! Bellissima recensione come sempre :)
Credo di essere tra quei lettori che hanno amato profondamente questo libro che ho trovato molto dolce e profondo. Dello stesso autore ho letto anche “Il castello dei Pirenei” ma non mi ha convinto molto perché sì ha una bella atmosfera, una trama particolare ma non mi ha lasciato nulla tanto che quasi nemmeno ricordo il finale!
Vorrei provare a leggere anch’io “Il mondo di Sofia” visto che ha ottime recensioni ma ancora non so se voglio affrontare altro di Gaarder. Un abbraccio <3