Il regista di Elisabetta Cametti
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRINei thriller non ci si può fidare di nessuno. Chiunque può rivelarsi l’opposto di ciò che sembra. Ad ogni pagina un sussulto, una nuova scoperta, un nuovo tassello da incastrare in un complicatissimo puzzle. Il regista di Elisabetta Cametti mantiene fede al genere e ci regala un romanzo che sprigiona tutta l’energia necessaria per travolgere anche il lettore più esigente.
Una serie di omicidi, un countdown, due indiziati: Veronika e Derek. Veronika Evans, fotoreporter impegnata a raccontare le difficoltà dei senzatetto di New York, viene coinvolta in uno strano caso di omicidio. Incontrerà in contatto con Barbara Shiller, capo dell’unità investigativa anti crimine, la seguequale le indagini del caso. Anche Derek Crane, responsabile di un’importante agenzia fotografica concorrente di Veronika, verrà trascinato all’interno di questo turbinio di eventi.
La verità spesso è diversa dalle apparenze
➙ In questo romanzo, che ti fa tenere lo sguardo incollato alle pagine, l’assassino deturpa i volti delle vittime per renderle irriconoscibili ed utilizza una reflex. Quale sia la connessione tra i due fotoreporter coinvolti ed il mondo della fotografia non ci è dato sapere se non nell’ultima pagina.
TRA ATTUALITÀ E DEPISTAGGI
✓ Il regista di Elisabetta Cametti tocca argomenti attuali, quali l’emarginazione totale di alcune persone, soprattutto nelle grandi città. Veronika, attraverso i suoi reportage fotografici, racconta di chi non ha nulla e vive ai margini di una società ipocrita, che corre calpestando tutto e tutti. Attraverso il suo lavoro tenta di reagire andando controcorrente e facendo luce laddove gli altri non vogliono vedere.
Ma il nostro lavoro è anche questo. Qual è la frase che ripeti sempre tu? “La vita è fatta di immagini”. Ecco, appunto. Non perdiamoci in chiacchiere, ma sfamiamo il bisogno di informazione con le foto che ritraggono questo cazzo di mondo. Al diavolo tutto il resto!
LA SIMBOLOGIA
Il piano è stato architettato ad arte dall’assassino. Quando pensi di essere vicino alla verità, ecco che le carte si rimescolano nuovamente. Le ore passano e la tensione sale. I crimini si susseguono uno dopo l’altro. Sembra una bomba ad orologeria: 29 ore di tempo per risolvere il caso ed evitare altri morti. È una vera lotta contro il tempo.
➙ Il gioco di simbologia riguarda proprio il 29, numero che ricorre spesso nelle azioni dei killer (ad esempio, si stima che questa sia l’età media nella quale gli assassini inizino ad uccidere). Ed è proprio questo numero che dà vita alla serie di gialli, denominata appunto Serie 29 (della quale Il regista è proprio il primo volume).
La Cametti, tra un omicidio ed un complotto, rende tangibili le fragilità dei suoi personaggi. Veronika è una ragazza forte , un tipo in gamba sebbene sia frastornata da paure ed ossessioni inutili. La sofferenza è, probabilmente, ciò che accomuna le varie personalità presentate durante il racconto. Alcune cercano di combatterla, contrastandola con intelligenza. Altre ne subiranno il gioco perverso attraverso la vendetta, senza curarsi delle inevitabili conseguenze.
Uccidere significa incontrare la morte e di fronte alla morte si è spontanei, non esistono barriere e ci si scontra con le domande più dolorose. Inconsapevolmente, l’assassino si è lasciato coinvolgere.
Continui depistaggi e cambi di scena al cardiopalma, delineano diverse strade per arrivare in fondo al caso. Quale sia quella corretta lo si scoprirà solo al termine del romanzo, ovviamente. Il problema è che non sono ammessi errori o superficialità. In gioco c’è la vita di molte, troppe persone.
ADRENALINA ED ALTA TENSIONE EMOTIVA
➙ Coincidenze, intercettazioni, spostamenti, minacce esprimono quel nervosismo in grado di far salire la tensione emotiva del lettore. C’è un piano da seguire ma nessuna certezza sul fatto che funzionerà. Basta una mossa falsa, un semplice errore e tutto può saltare.
Fino a che limite si spingono le persone per non perdere ciò a cui tengono?
Gli enigmi sono tanti e la verità sembra essere lì, sotto al naso di tutti. Come uscire da questa impasse? Che legame c’è tra le varie vittime? Veronika e Derek sono davvero la chiave per arrivare all’assassino?
Una cosa è certa: il serial killer è un “regista” perfetto e, in quanto tale, sa come giostrare le emozioni dei suoi “spettatori” con le sue trame complesse ed intricate. L’autrice, bravissima a scatenare la curiosità del lettore, senza mai far mancare i colpi di scena, utilizza capitoli brevi e dialoghi serrati, i quali rendono il ritmo ancora più incalzante.
L’unico modo per fermarlo è entrare nella sua testa Scoprire cos lo muove: nel modus operandi si nascondono il carattere, le pulsioni, ciò che prova. È il regista di un film crudele e ce lo sta somministrando poco alla volta. Capiamo il film e troveremo lui
UN THRILLER CHE TI SORPRENDE
Il regista di Elisabetta Cametti è la lettura adatta a chi cerca storie avvincenti alle quali appassionarsi come in un vero e proprio film d’azione.
✓ Eccellente il modo in cui l’autrice (meritatamente definita “la signora italiana del giallo”) riesce a collegare elementi e personaggi differenti, regalando un intreccio perfetto ed una narrazione scorrevolissima. Abilissima nel depistarlo continuamente, la Cametti rende il lettore impaziente di scoprire i fatti, aggiungendo fattori, pedine, input in un grande file da decodificare.
Perché dove la vita è fatta di immagini, dalle ferite germoglia l’ingegno
Un misto di suspense ed indizi adrenalinici che rivelano un romanzo che ti sorprende.
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