24 Agosto 2017

Addio e grazie per tutti i like. La mia esperienza con gli Instagram pods

Pubblicato in WOR(L)DS SOCIAL MEDIA LIFESTYLE

Addio e grazie per tutti i like. La mia esperienza con i gruppi PodÈ proprio vero. Finché le cose non le provi sulla tua pelle, non capisci bene il significato di tante cose. Chi mi conosce lo sa, sono testarda e amo immergermi fino in fondo in tutto ciò che faccio. Imparando, sbagliando, vivendo tutto in prima persona.

✓  Da quando ho aperto il mio profilo Instagram, non ho mai avuto pretese particolari. Scattavo, condividevo e lasciavo lì un pezzo della mia quotidianità. Poi l’umano desiderio di ricerca di consensi ha preso il sopravvento.

I gruppi Telegram: un universo parallelo

➙   Dei conoscenti mi hanno inserito in alcuni gruppi Telegram, che promettono piogge scroscianti di like e commenti al tuo profilo Instagram. Così ho voluto provare anch’io. Sono entrata in alcuni gruppi chiamati POD: dei gruppi di scambio reciproco (e manuale) di like/commenti, a costo zero e da persone reali. Sono differenti rispetto ai BOT, i quali invece sono sistemi automatizzati, a pagamento, che mettono like/commenti al posto tuo (non ho mai utilizzato questo tipo di “servizio” in quanto, da buona testarda, preferisco sempre vedere personalmente a chi e a cosa sto mettendo un like/commento).

Fino a qualche giorno prima, non conoscevo minimamente questo universo parallelo. Questo fenomeno che, a quanto pare, esiste da almeno un paio di anni, e si è diffuso in maniera massiccia dopo l’introduzione del nuovo algoritmo di Instagram, il quale tenderebbe a dare maggior visibilità alle foto molto cliccate (in termini di like/commenti/visualizzazioni) e ai post sponsorizzati. Di gruppi di questo tipo ne esistono a centinaia e all’interno di essi trovi persone di ogni tipo, dal “veterano” all’insospettabile (ma non sono affari miei e non giudico nessuno. Ciascuno della propria vita e dei propri Social può fare ciò che desidera).

Un esperimento su me stessa

✓  Ma ho voluto fare un esperimento su me stessa. Ho provato con 5 o 6 foto (sono ancora lì sul mio profilo, se sei curioso/a di vederle). Tantissimi commenti da persone sconosciute che, fondamentalmente, non avevano alcuna voglia di guardare la mia foto e, men che meno di leggere seriamente la mia didascalia. Lo facevano solo “per dovere”. Sì, perché all’interno dei gruppi ci sono delle regole e degli orari da rispettare. Una sorta di “caserma online” nella quale il generale di turno, detto admin (amministratore del gruppo) ti punisce a suon di warn (ammonizioni).

Addio e grazie per tutti i like

Io, a mia volta, perdevo giornate intere a mettere like e commenti a foto delle quali non mi importava pressoché nulla (fatta eccezione per rari casi isolati). Smartphone in mano dalla mattina alla sera. In attesa di veder crescere il numero di like. Come se fossero sufficienti a colmare una temporanea carenza di autostima. Praticamente un “lavoro” che, alla lunga, può portarti alla nevrosi. Ma davvero vogliamo ridurci così?

Ragazzi (e mi rivolgo ai Millenials, ma non solo) vi darò una notizia: no, non vi servono i like per dimostrare di essere qualcuno. Non basterà una manciata in più di commenti a rendervi migliori. Per essere migliori serve chiarezza, studio, sudore, allenamento.

➙  Il controllo ossessivo delle notifiche è una droga: ti rende schiavo. E io non voglio essere schiava di un Social. Non voglio essere succube di un like. Non voglio commenti standardizzati o like “di convenienza”. A cosa mi servono? Assolutamente a nulla. Anche perché l’algoritmo di Instagram considera ancora come fondamentali: contenuti di valore, una buona didascalia e la costanza (quindi pubblicazioni che seguono un piano editoriale).

Cosa voglio insegnare a mio figlio?

Non voglio insegnare a mio figlio ad avere un rapporto insano con i Social, al contrario desidero che lui riesca a cogliere solo il buono che c’è in tutto questo. Ho sempre lavorato sul web e, pur conoscendone molto bene le dinamiche, non sono stata sufficientemente forte dal non lasciarmi ugualmente ingannare

 Voglio insegnargli che nessun like o commento su un Social potrà mai indicare il suo valore. Noi, tutti, valiamo molto di più di un cuoricino o un pollice all’insù. Non ha senso ricercare negli altri un’approvazione continua. Se, durante la nostra giornata, abbiamo studiato/lavorato duramente, facendo sempre del nostro meglio, questo è già sufficiente per farci andare a letto sereni e soddisfatti di ciò che siamo.

Cerchiamo di dare più valore ai contenuti che ai like

Altra news: in pochi (o, diciamo, quasi nessuno) ti dirà mai che hai fatto un buon lavoro, che sei stato bravo. A scuola come al lavoro, il tuo capo farà fatica a dirti: “ottimo lavoro!“. Dovrai essere tu, con le tue sole forze, a spronarti a dare sempre il meglio, ad incoraggiarti anche quando non avrai nessuno accanto.

Addio e grazie per tutti i like

 Io sto imparando a farlo, a credere in ciò che faccio e ad ottimizzare il mio (prezioso) tempo. Anziché avere un centinaio di like in più sull’ultimo post di Instagram, preferisco utilizzare quel tempo per mangiare un gelato con mio figlio; per creare un nuovo progetto per il mio sito; per iniziare un nuovo romanzo o per leggere le decine di riviste che non trovavo mai il tempo di sfogliare. Il tempo c’era ma lo gestivo male. Ora ne sono consapevole.

Continuerò a frequentare i “miei gruppi”, quelli costituiti da un insieme di amiche o colleghe, di persone che realmente ti stimano, ti amano e ti gratificano, non solo con un like, ma anche con un commento o un apprezzamento che possa davvero aiutarmi a crescere, a migliorare e a sorridere delle piccole (o grandi) disavventure quotidiane della vita.

Un commento è utile, quando è sincero

  Cosa ha fatto scattare in me il desiderio di dire basta? Un commento. Sì, ironia della sorte: proprio un commento su Instagram di un paio di giorni fa. Di una persona che seguo (e stimo) da molto tempo. Che dopo aver notato la mia assenza da diversi giorni da Instagram, mi ha scritto: “Ale dove sei finita?“. Avrei voluto rispondere: “Sono sprofondata in una melma grigia, tipo sabbie mobili, che mi hanno travolta e imprigionata; fino a farmi perdere la motivazione“.

 Proprio così, non ero più motivata, in qualche settimana di frequenza ai gruppi, ho perso anche il desiderio di pubblicare nuovi post. Lei mi ha aperto gli occhi, inconsapevolmente. Ha acceso in me una lampadina. Mi ha fatto capire che, le persone belle e vere, si accorgono persino della tua assenza. Questo vuol dire che, pur non conoscendoti personalmente, in qualche modo tengono a te. E quindi, mi chiedo, cos’altro potrei desiderare da un Social?

Addio e grazie per tutti i like

Quindi, come direbbe Douglas Adams (non conosci Douglas Adams? Spegni lo smartphone e leggiti un libro!)… addio e grazie per tutti i like. D’ora in avanti il mio tempo voglio utilizzarlo per coltivare contatti veri, commenti (e like) costruttivi.

Tra l’altro voglio ricordare a me stessa che non sono i numeri a fare la differenza, ma la qualità (dei contenuti ma anche quella di commenti e follower). Lo spiega molto bene Riccardo Esposito quando ci suggerisce perché eliminare follower (fake o inattivi) su Twitter e Instagram.

✓ Faccio outing (o meglio, coming out), quando avrei tranquillamente potuto non farlo, non tanto per espiare i miei peccati (e guadagnarmi, così, un posto nel “Paradiso del web”), ma per essere sincera prima di tutto con me stessa. Lo voglio scrivere qui per poterlo rileggere tutte le volte che mi prenderanno le paturnie per un blogpost poco letto o una foto poco cliccata. 

Voglio farti sapere che qui, nel mio angolino, puoi sentirti a casa e sicuro di sapere che, per qualsiasi cosa, su Alessandra si può contare e che, nonostante i suoi mille difetti, di lei ci si può fidare. Sempre e comunque. Fine della storia.

Alessandra Voto

© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata 

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