Non allatti al seno? Allora sei brutta e cattiva
Pubblicato in WOR(L)DS Mamme & BimbiPrima della nascita del mio secondogenito, Christian, ero convinta di riuscire ad allattarlo al seno. Nonostante le difficoltà (che mi hanno costretta a letto per mesi) avute durante la gravidanza, ero sicura di poterlo fare.
Ti ritrovi in un reparto pieno di mamme e bambini, ciascuno con la propria storia, con il proprio bagaglio di esperienze, con i propri timori e le proprie paure. Vieni da mesi molto intesi, quelli della gravidanza (che non sempre è solo rose e fiori. Già, perché la dolce attesa a volte non è proprio così dolce) e/o da un parto difficile. Sei stanca. Felice, ma stanca. E l’ultima cosa che desideri è quella di ricevere fiumi di parole, consigli inutili ed imposizioni.
La mia esperienza in ospedale non è stata delle migliori: ho provato e riprovato ad allattarlo, nonostante il sangue, le ragadi, il dolore, le lacrime, la profonda stanchezza. Nonostante tutto. Certo, perché anch’io avrei voluto attaccare mio figlio al seno e scattare una di quelle belle foto da copertina, con il sorriso e la spensieratezza di una mamma e di un bimbo sereni.
Con Michael non sono riuscita ad allattare al seno, in quanto ho avuto una grave emorragia post-parto causata da un’atonia uterina, dalla quale ne sono uscita fortemente debilitata.
Questa volta, però, ho pensato: “ce la posso fare“. Mi ero attrezzata: coppette assorbilatte, reggiseni e magliette con la finestrella per l’allattamento, paracapezzoli, cremine e pomatine per idratare, ecc. Ma quando non sei tranquilla a livello mentale, tutte queste cose possono essere serenamente buttate nell’immondizia.
Lasciate tranquille le (neo) mamme!
Il parto è sempre un momento difficile per una donna e in quei momenti avresti solo bisogno di serenità, di poter gestire questa nuova vita al meglio, con tutti i mezzi che hai. Invece spesso trovi sul tuo cammino persone senza scrupoli che ti “vomitano addosso” i loro stupidi verdetti.
Anche in ospedale, ambiente nel quale pensi di essere “al sicuro” da quel dito indice puntato contro di te, infermiere e ostetriche manifestano le loro idee, spesso con prepotenza, quasi a voler imporre il proprio diktat su tutte le neo-mamme: “Devi allattare al seno, perché è così e basta“, sembrano urlare dentro ai loro camici stropicciati. Personalmente mi sono sentita maltrattata, invasa nella mia privacy più intima (quella del rapporto con mio figlio).
Mi è venuto da chiedermi se queste persone siano lì per agevolare un percorso o, piuttosto, per reprimere tutti i buoni propositi che ti sei portata dietro nella valigia per il parto. È come se mi avessero detto: “Non allatti al seno? Allora sei brutta e cattiva“. Senza pensare minimamente ai miei sentimenti, al mio pensiero, alla mia situazione (fisica e mentale) in quel momento. Questo io lo chiamo terrorismo psicologico.
Ti darò sempre il meglio (anche se non il mio latte)
A mente lucida, ho ragionato su tutta la vicenda e sono giunta alla mia conclusione. No, non mi sento “brutta e cattiva”. Anch’io desidero il bene per mio figlio e farò di tutto per dargli sempre il meglio, anche se non l’ho allattato al seno.
Mi imbatto spesso, soprattutto sui Social, in dibattiti e commenti “di parte”, come se la questione potesse risolversi con un like. Non è una partita di calcio, nella quale ci si schiera da una parte o dall’altra. Stiamo parlando di piccole vite che contano su di noi e sul nostro buonsenso. È giusto parlarne, ma sempre con educazione, con il giusto rispetto per le decisioni altrui.
La teoria la conosciamo tutti
lo sappiamo tutti che il latte materno è il migliore a livello nutrizionale (l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia un allattamento al seno esclusivo per almeno 6 mesi). Il latte materno è sempre disponibile, è più digeribile, è fresco, pulito, alla giusta temperatura, ricco di sostanze nutritive e anticorpi e, ovviamente, anche un risparmio in termini di economia della famiglia. Senza dimenticare, poi, anche i vantaggi per la mamma (allattare al seno aiuta la mamma a stabilire più facilmente un legame con il bambino; aiuta ad avere un recupero fisico post-parto più veloce e riduce il rischio di emorragia post-parto).
Nel 99,9% dei casi una madre non sceglie di allattare il figlio con latte artificiale per seguire un trend o per comodità. Al contrario: allattare artificialmente, al di là della questione nutrizionale, ha un impatto economico importante. Inoltre è sempre necessario sterilizzare i biberon, preparare e scaldare correttamente il latte, per far sì che non sia né troppo caldo né troppo freddo. Averlo sempre a disposizione, alla giusta temperatura, non è sempre semplice. Un lavoro in più che va ad aggiungersi agli altri mille di una neo mamma.
Grazie per la tua critica, appoggiala pure lì
Le critiche non si sono naturalmente fermate tra le mura dell’ospedale, ma mi hanno perseguitato anche altrove. Parenti, amici, colleghi tutti pronti a sparare sentenze, come tanti piccoli giudici senza credito.
Le critiche non servono a nulla e dare consigli non richiesti (e per nulla costruttivi), in modo brusco e senza tatto, è da maleducati. Sembra quasi un paradosso, ma alcune delle critiche più feroci le ho ricevute da uomini, coloro che non sanno nulla di allattamento e di figli (e, a ben vedere, nemmeno di ciclo mestruale), che in vita loro non hanno mai nemmeno cambiato un pannolino, e che, nonostante tutto, si permettono di puntare il dito. A loro dico solo: tentare di fare sempre i saccenti non vi darà maggior lustro.
Il “nutrimento” a 360°
I figli devono essere nutriti costantemente, ma non solo attraverso il cibo (o il latte, nei primi mesi di vita). E una madre con la mente carica di nervosismo, non potrà “nutrirlo” adeguatamente. Ricordiamoci che il “nutrimento” non viene solo dal cibo, ma anche da un ambiente sano e tranquillo, nel quale il piccolo possa sentirsi amato e “coccolato” come è giusto che sia.
Una madre nervosa non sarà di aiuto né per se stessa né per il proprio bambino, anzi finirà con il danneggiare entrambi. Il “nutrimento” di un bambino è qualcosa di complesso, che va al di là della “poppata”.
Sei tu a scegliere, in ogni caso
Fortunatamente i casi in cui viene consigliato a una madre di non allattare sono pochissimi (e si tratta di mamme con gravi patologie o malattie particolari). Quindi se tu e il tuo bimbo state bene e non hai avuto problematiche o complicazioni post-parto, chi decide sei solo tu.
Non rinunciare a priori e non sentirti obbligata a priori #allattamento #mamme Share on XCiascuna donna ha il sacrosanto diritto di scegliere cosa fare per i propri figli e per se stessa. Quindi, ciò che mi sento di consigliarti, è di seguire il tuo cuore. Sembra una frase fatta, ma non lo è. Significa solo di seguire ciò che ti detta l’istinto, senza lasciarti influenzare da fattori e/o persone esterne. Non rinunciare a priori e non sentirti obbligata a priori. Informati (esistono molti punti di sostegno e professioniste specializzate che possono aiutarti) e ricorda che solo tu hai l’ultima parola. Sei tu a scegliere, in ogni caso.
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