Il profumo del sud di Linda Bertasi: approfondimento storico
Schiavi e padroni (4° tappa Blogtour)
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRINel romanzo Il profumo del sud di Linda Bertasi lo schiavismo è parte integrante della realtà nella quale prendono vita le varie vicende di Anita, la protagonista e i vari personaggi che la accompagneranno in un percorso di rinascita e affermazione dei diritti umani (e non solo).
In questo Blogtour ti accompagniamo alla scoperta di approfondimenti legati al romanzo e cenni storici importanti per tornare a riflettere su ciò che la storia ci ha insegnato. In particolare oggi ci dedichiamo al rapporto tra schiavi e padroni (con una brevissimo cenno anche sulla condizione femminile). Sono temi delicati, che non possono essere riassunti in una pagina di blog, ma dai quali prendere spunto per approfondire ulteriormente con letture mirate (la stessa autrice, Linda Bertasi, appassionata di storia dedica gran parte del suo lavoro alla ricerca bibliografica di questi temi).
Tra brutalità e degrado
Nei primi decenni del XIX secolo gli schiavi, concentrati per lo più negli Stati del sud del Paese (quelli maggiormente fertili) venivano usati per lavorare nei campi di cotone, di zucchero, caffè, tabacco: tutti i prodotti maggiormente richiesti sul mercato di quell’epoca.
Le condizioni all’interno delle piantagioni erano spesso disumane: l’efficienza del lavoro era supervisionata da padroni che il più delle volte utilizzavano mezzi violenti per rendere la produzione più veloce e redditizia. Le parole d’ordine che sembravano regnare tra i campi erano: brutalità dei padroni, degrado e disumanità. Non di rado si assisteva anche a frustate per in per insubordinazione, esecuzioni e stupri.
[…] Emma lanciò una fugace occhiata a Anita, impugnò saldamente il frustino e lo calò sulla serva che, sgomenta, crollò a terra. Un rivolo vermiglio le rigò la guancia: rosso e nero in un violento contrasto.
Anita si accorse della presenza di Victoria Spencer alle sue spalle, osservava la figlia con aria impassibile; non resisté un istante di più, raggiunse Emma e le strappò il frustino dalle mani, gettandolo a terra, indignata. «È una ragazzina!»
Istruzione al bando
Coloro che si salvavano da questo supplizio erano solo gli schiavi più “colti”, coloro che erano specializzati in lavori importanti, come la pratica della medicina oppure gli schiavi “in affitto” (quelli che non erano di proprietà dei coltivatori).
I padroni tendevano a bandire loro qualsiasi possibilità di istruzione, proprio per evitare una loro emancipazione che avrebbe potuto instillare negli schiavi un desiderio di ribellione e di fuga dalla loro condizione attuale.
Le cure mediche di solito erano somministrate dagli stessi schiavi che avevano conoscenze mediche o possedevano nozioni di medicina tradizionale africana oppure se ne occupavano direttamente i famigliari del proprietario terriero.
Spesso le punizioni erano inferte agli schiavi senza un preciso motivo, ma solo per confermare ancora una volta la superiorità e posizione dominante dei padroni.
Frustate, bruciature, marchiature a fuoco, mutilazioni: pratiche disumane che hanno segnato un periodo profondamente grigio per la storia dell’umanità, in quanto hanno mostrato fin dove l’uomo può spingersi per il raggiungimento dei propri meri interessi economici e di potere.
Lo schiavismo raggiunse i massimi livelli nel Sud tra il 1815 e il 1860 sino all’elezione di Lincoln.
La condizione delle donne
Le donne erano spesso oggetto di abusi sessuali (oltre ai maltrattamenti che le accomunavano ai loro “colleghi” uomini). Coloro che tentavano di opporre resistenza, venivano uccise senza pietà. L’abuso sessuale era parzialmente radicato nella cultura degli Stati del sud, nei quali la donna, indipendentemente dal fatto che fosse bianca o nera, era comunque considerata come proprietà o oggetto.
«Ha quattordici anni» intervenne Victoria. Anita si chinò a soccorrere la serva. «Non immischiatevi, Isabella.» Ignorò l’ordine e aiutò Emily a rialzarsi, una mano a sorreggerle la vita. «Come ti senti?»
La ragazzina non rispose, lo sguardo fisso a terra, e Victoria la strattonò: «Torna al tuo lavoro! Se ti ripesco un’altra volta nelle stalle, ti darò una strigliata…»
Anita attirò maggiormente a sé la ragazzina, allontanandola dalla padrona. «Sono schiavi, la frusta è l’unica lingua che comprendono.» Victoria scosse il capo, come a commiserare la sua sciocca sensibilità.
Questione di “contratto”
Per regolare giuridicamente il rapporto tra gli schiavi e i loro padroni furono istituiti codici appositi in ciascuno Stato. Nel codice del ‘Distretto di Columbia’ il soggetto giuridico “schiavo” era definito come ‘un essere umano, che è privato per legge della sua libertà a vita ed è proprietà di qualcuno’.
Il tredicesimo emendamento, che aboliva del tutto la schiavitù, venne messo in atto solo nel 1865: quando si concluse la guerra civile. Da quel preciso momento tutti gli schiavi erano ufficialmente liberi.
Prosegui con gli approfondimenti dando un’occhiata alle altre tappe del Blog tour!