19 Luglio 2019

La dura vita del pendolare (e le sue speranze per il futuro)

Pubblicato in WOR(L)DS VIAGGI LIFESTYLE

La dura vita del pendolare (e le sue speranze per il futuro)

Conosco bene la dura vita del pendolare, perché ho avuto modo di provare sulla mia pelle, per oltre dieci anni, tutti i disagi e le difficoltà che chi lavora (o studia) fuori casa vive quotidianamente. Tutti i giorni partivo da Arona per andare a lavorare a Milano. Senza dubbio posso dire che la linea Domodossola-Milano è una delle più problematiche di questa zona. In quei lunghi anni di pendolarismo non c’è stato giorno in cui non ci fosse un problema che, puntualmente, mi faceva: arrabbiare, deprimere e arrivare in ritardo in ufficio.

Chi non ha mai avuto l’esigenza di viaggiare in treno tutti i giorni non ha idea della stanchezza (fisica e mentale) che provoca un viaggio, per così dire, “scomodo”. Si finisce con il rassegnarsi a quel famoso messaggio veicolato attraverso i megafoni delle stazioni: “Il treno XYZ è soppresso, ci scusiamo per il disagio“.

La battaglia quotidiana del pendolare

I pendolari devono fare i conti giornalmente con:

  • soppressione dei treni: al di là di questioni che vanno oltre la volontà del gestore (vedi sciacallaggi, investimenti di cose o persone, ecc.), spesso ci sono soppressioni di treni che sembrano davvero una presa in giro. Mi è capitato di rimanere a terra perché, pur essendoci già il treno sul binario e il capotreno pronto per partire… mancava il macchinista!
  • scioperi selvaggi: indetti, più o meno (in)giustamente, dalla tal sigla sindacale o gruppo di lavoratori, questi scioperi mettono davvero in difficoltà chi deve spostarsi. In un Paese civile andrebbero trovati altri mezzi per far valere le proprie ragioni con le istituzioni, senza mettere a soqquadro la giornata di milioni di persone. Le fasce garantite? Un contentino che spesso ti fa innervosire ancor più dello sciopero stesso.
  • maltempo (in tutte le stagioni): che sia estate, inverno, primavera o autunno, i treni sembrano averne sempre una. Binari ghiacciati che causano ritardi indefiniti (e indefinibili); 2cm di neve che bloccano la linea (a volte ti domandi come facciano in Siberia), ecc.
  • sedili e carrozze fatiscenti: a volte definirle “sporche” è a dir poco. Potrei iniziare con: “ho visto cose che voi umani…“, ma preferisco lasciare libera interpretazione alla tua fantasia!
  • carrozze fredde d’inverno e bollenti in estate: riscaldamento rotto in pieno inverno e aria condizionata inesistente d’estate (con finestrini bloccati). I pendolari non trovano mai pace!
  • mancanza di posti sufficienti per il numero di passeggeri presenti a bordo: mi è capitato (purtroppo spesso) di fare il viaggio in piedi, pur avendo ovviamente pagato un posto a sedere. 

La lista potrebbe essere infinita, ma credo che il concetto sia chiaro: la dura vita del pendolare va rispettata ed è necessario trovare delle soluzioni, una volta per tutte.

Sono fortunati coloro che possono vantarsi di poter usufruire delle linee ad alta velocità, dotate di convogli nuovi e tecnologie avanzate (altro che il finestrino manuale, perennemente guasto, dei treni dell’anteguerra).

Una boccata di “aria fresca” per chi viaggia

Chi viaggia in treno (per studio, lavoro o svago) non chiede altro che un viaggio sicuro, pratico, confortevole. Il tempo speso a bordo deve essere un tempo di qualità, senza stress. E quando mio (all’epoca non ancora) marito viveva a Bologna, la mia scelta è ricaduta su Italo o Freccia Rossa durante la ricerca di treni per Milano per raggiungere il mio ufficio di allora (tra l’altro a pochi passi dalla Stazione Centrale).

Essendo abituata a viaggiare su treni del ’15-’18, mi sono sentita come una bambina nel Paese dei balocchi: qualità di alto livello, tanto spazio (anche nell’ambiente Smart, il più economico) e la possibilità di rilassare le spalle e tirare un sospiro di sollievo sprofondando nel mio sedile in pelle.

Per chi viaggia il comfort non dovrebbe essere un optional, ma un diritto. Il diritto di poter viaggiare sereni, con uno spazio vitale adeguato. Insomma piccole attenzioni che possano rendere la giornata del pendolare meno difficile di quanto non lo sia già.

Esistono delle realtà (vedi Italo e simili) che andrebbero ampliate per andare a coprire anche quelle zone di periferia al momento abbandonate al loro destino. Chi viaggia non pretende la perfezione giapponese degli Shinkansen (anche se sarebbe auspicabile), ma per lo meno un minino di decoro.

Viaggiare meglio si può: una sfida per il futuro

Avendo dovuto lasciare il lavoro dopo essere diventata mamma, ho abbandonato da qualche tempo il pendolarismo, scegliendo il lavoro da casa e quindi una vita da freelance (con tutti i suoi pro e contro), ma continuo a scegliere il treno per i miei viaggi (brevi o lunghi) in Italia, per qualche weekend fuori porta o anche solo per del sano shopping offline.

La mia speranza per il futuro è che operatori ferroviari validi (e soprattutto efficienti) possano crescere sempre di più e offrire un “ristoro” (salubre e decoroso) anche ai milioni di pendolari che affrontano quotidianamente una battaglia. E non esagero quando utilizzo questa parola, perché di vera battaglia si tratta quando su gran parte dei treni regionali, nelle ore di punta, bisogna sopravvivere, in piedi, in una carrozza stracolma di gente.

Mi auguro davvero che in futuro si possa viaggiare senza pensieri e godersi anche quei minuti (o ore) trascorse sul treno, senza farsi venire dei grandi mal di pancia per ritardi e quant’altro. In realtà quel futuro è già qui, attendiamo solo che anche le tratte minori possano usufruirne. È una sfida che da (ex) pendolare lancio nell’etere. Viaggiare meglio si può!

Raccontami!

Ti è mai capitato di dover viaggiare quotidianamente con i mezzi per ragioni di studio o lavoro? Come pensi si possa migliorare il servizio dei mezzi in Italia? Raccontami la tua esperienza (o se hai esperienze di utilizzo dei mezzi di trasporto all’estero, sarebbe interessante poter fare qualche confronto, in un’ottica di miglioramento futuro dei nostri trasporti nazionali).

Alessandra Voto

© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata 

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