Il punto estremo di Paolo Pajer
Pubblicato in WOR(L)DS LIBRITre vite legate fra loro da un corso circolare del tempo. Le riflessioni di Zero, che ha fermato la sua prima e ultima corsa appena fuori dall’utero materno. I pensieri di Adele, che scopre di avere davanti a sé un tempo assottigliato. I ricordi di Claudio, che sta terminando il suo, di tempo. Tre storie legate da un destino comune e scandite da un tempo che oscilla avanti e indietro. Un libro, scolpito pazientemente con una prosa quasi zen, che racconta della vita e della morte con l’ironia e la curiosità che ci permettono, giorno dopo giorno, di spingere lo sguardo dietro l’angolo.
Il peso specifico di questo libricino è davvero esiguo, si tiene in una mano. Non lo è affatto invece il contenuto: sostanzioso e delicato al tempo stesso. Si tratta di istanti rubati a ciascuno dei tre personaggi protagonisti del libro: Adele, Claudio e…Zero. Si contano i giorni, le ore, gli attimi di ciascuno di loro.
Emergono sentimenti, paure, ragionamenti comuni a tutti noi. Tutti e tre sono accomunati da uno stesso destino; tutti loro sono in attesa di qualcosa, in attesa che arrivi il momento, anche se l’incertezza fa da padrona e tutto deve essere vissuto attimo dopo attimo.
A volte ci si ritrova a dover lottare contro la paura anche se contemporaneamente emerge un senso di gratitudine spontaneo per quelle piccole fortune che spesso non siamo in grado di vedere e di apprezzare.
«È difficile tenere a mente che il senso, se c’è, non è nel futuro ma nel presente, unicamente nell’attimo che si vive»
L’autore ci mette difronte ai nostri limiti e sottolinea l’importanza del sapersi stupire delle piccole cose sebbene spesso la sofferenza tenda ad offuscare le cose belle della vita che ci scorrono accanto senza mai fermarsi.
Il tempo, altro protagonista indiretto del romanzo, è ciò che manca, ciò che toglie e logora le nostre forze. Ciascuno combatte il tempo a modo suo, con una particolare strategia o affidandosi semplicemente al destino.
Ti siete mai chiesta/o qual è il tuo punto estremo? Hai mai pensato che laggiù in fondo alla strada c’è un punto che si perde all’orizzonte laddove la nostra vista non può arrivare? Il limite è qualcosa di fisso oppure è qualcosa che si sposta in continuazione in base agli obiettivi che ci poniamo giorno dopo giorno?
Un piccolo libricino che racchiude tante risposte
Questo piccolo libricino, dallo stile e contenuto notevoli, racchiude tante piccole risposte.
Al contrario di tanti romanzi spesso lunghi, a volte quasi noiosi e ripetitivi, Il punto estremo di Paolo Pajer è un concentrato di attimi importanti. Ogni riga, ogni parola è significativa. Non c’è nulla di superfluo.
Paolo Pajer, classe 1969, amante della famiglia, della montagna e della letteratura, ha scritto vari racconti. Il punto estremo è il suo primo libro di narrativa: 48 pagine appena, ma ricche, dense, importanti, emozionanti.
© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata
Ale, vorrei ringraziarti di cuore per la tua splendida recensione.
Come capita poche volte hai colto aspetti che chiedono non solo una lettura partecipata del libro, ma anche condivisa emotivamente.
Hai trovato nel tempo la dimensione che avvicina i personaggi, ma che al tempo stesso li tiene separati.
Ancora complimenti e grazie!
Paolo
Bellissima recensione Ale!!! Questo libro devo leggerlo assolutamente anche perché spesso in poche pagine sono racchiusi oceani di sentimenti… grazie per la segnalazione ^^